«Nei giorni più fortunati, un uomo robusto, dopo aver sistemato sulla sua spalla sinistra un ruvido sacco di juta, tirava fuori da un carro – trainato da un cavallo sauro – oltre che le balate di ghiaccio, anche una balla di neve che teneva tra le mani con circospezione. Erano i giorni in cui, noi ragazzi, preparavamo la granita: con la neve, il limone e lo zucchero. In quelle lunghe e calde estati catanesi, andavamo a consumare il nostro rinfresco sotto un meraviglioso pergolato, nella terrazza di zia Giannina».
Pasquale Emanuele Nicosia è nato e cresciuto in via Plebiscito a Catania, a pochi metri dal Castello Ursino, nelle terre di Colapesce e Gammazita, non lontano da via San Calogero dove quest’ultima preferì gettarsi in un pozzo, forse nel cortile del Vela, verso il 1280, anziché cedere alle voglie di un soldataccio francese che la insidiava. È stato allievo presso l’Istituto Salesiano San Filippo Neri di Catania, dall’asilo alle medie, e successivamente ha frequentato l’Istituto Tecnico e per Geometri C. Gemmellaro, conseguendo il diploma di Geometra. Ha frequentato un corso di specializzazione in prevenzione incendi autorizzato dal Ministero dell’Interno e a seguito del colloquio finale è stato dichiarato idoneo. Adesso vive a Viagrande dove si è trasferito nel giugno del 1994. La sua vera aspirazione sarebbe stata quella di scrivere da professionista, ma la vita lo ha portato a seguire altre strade. Sua moglie Carmela lo ha spronato a raccogliere questi pochi versi e racconti e questo libro è dedicato proprio a lei con tanto amore.
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